CENNI SULL’IDROGENO
scorso.
Infatti, fino agli anni Cinquanta, nelle grandi città italiane e, ancora oggi
in alcune città
europee,
viene distribuito il cosiddetto “gas di città” per il riscaldamento delle case,
e gli usi adibiti alla cottura dei cibi.
Questo
gas e costituito da una miscela di idrogeno (circa il 50%) e ossido di carbonio,
ottenuto facendo reagire il carbone con vapore d’acqua.
Per
molti l’idrogeno e ancora legato ai ricordi dei primi dirigibili tedeschi, i
mitici
Zeppelin,
divenuti memorabili per le crociere transoceaniche che percorrevano.
Tra
questi ricordi, purtroppo, ve ne sono alcuni anche tragici.
Infatti,
per sottolineare la pericolosità dell’idrogeno, molto spesso si ricorda la tragedia
del dirigibile Hindenburg, che si incendio e precipito al suolo nel 1937.
Ad un’analisi
più accurata si noto che, in realtà, la presenza dell’idrogeno non era
stata
la causa principale dell’accaduto. Infatti, recenti studi tendono ad attribuire
la responsabilità dell’incendio, al rivestimento del dirigibile, estremamente
infiammabile. Forse un accumulo di elettricità statica, a causa dei temporali
che avevano ritardato l’attracco di Hindenburg.
potrebbe
essere la causa dell’innesco. Quando le funi di ormeggio calarono giù dal
dirigibile e toccarono il suolo, probabilmente innescarono una scintilla tra
il rivestimento e il telaio.
Questa
teoria ha molti sostenitori, tra cui esperti.
Nel
corso degli anni, il settore in cui si e concentrata la maggior parte delle
ricerche e stato quello dei trasporti. Da decenni, ad esempio, si propone di utilizzare
nel trasporto aereo l’idrogeno al
posto
del combustibile attualmente utilizzato, soprattutto perché il peso dell’idrogeno
risulta essere inferiore. Le prime esperienze in tale campo risalgono al 1957,
quando negli Stati Uniti
fu
costruito un bombardiere B-57 alimentato ad idrogeno.
Nel
settore del trasporto su gomma, già nei primi anni settanta, un ingegnere
torinese, Massimiliano
Longo,
aveva sviluppato un sistema per utilizzare l’idrogeno nelle automobili.
Questa possibilità ha poi assunto un’importanza strategica
con lo sviluppo delle celle a combustibile.
In
realtà, già nel 1839 il fisico britannico William R. Grove dimostrò che la
combinazione elettrochimica di idrogeno e ossigeno genera elettricità; egli
riporto i risultati di un esperimento nel corso del quale era riuscito a generare
energia elettrica in una cella contenente acido solforico,
dove
erano stati immersi due elettrodi, costituiti da sottili fogli di platino, sui
quali arrivavano rispettivamente idrogeno ed ossigeno.
Tuttavia,
le celle a combustibile, basate su questo concetto, restarono poco più che
curiosità di laboratorio per
oltre un secolo, ovvero fino agli anni Sessanta, quando la NASA inizio a
realizzarne versioni leggere (e costose)
per alimentare i veicoli spaziali.
Oltre
che per fini pacifici, nel secolo scorso l’idrogeno venne utilizzato anche nel
settore militare.
Infatti,
all'inizio degli anni Cinquanta, gli Americani finanziarono le ricerche per un
nuovo tipo di ordigno dalle potenzialità distruttive ancora maggiori della
bomba atomica. Il progetto, affidato ad un gruppo di scienziati diretto da Edward
Teller, porto alla realizzazione di una nuova generazione di bombe, dette “H” o
“all'idrogeno”, la cui potenza distruttiva era eccezionale, come dimostrò la
prima esplosione sperimentale, fatta il 1 novembre 1952 nell'isoletta di
Eniwetok nell'arcipelago delle Marshall (Pacifico settentrionale).
L'ordigno,
che pesava 65 tonnellate, scavo un cratere largo 3 chilometri e profondo 800
metri, cancellando praticamente
l'isola. Tali bombe non sono mai state usate in guerra, ma sono stati
effettuati vari test sperimentali con molti effetti indesiderabili.
In
particolare, la pioggia radioattiva a cui e associata l'esplosione può
contaminare i cibi e causare gravi malattie,
come il cancro. In parte, fu proprio per ridurre questi pericoli che nell'agosto
del 1963 gli Stati Uniti, l'Unione Sovietica e la Gran Bretagna firmarono un
trattato che bandiva gli esperimenti con qualsiasi tipo di arma nucleare nell'atmosfera
(compresa la bomba all’idrogeno), nello spazio o sott'acqua. Da
allora, molte altre nazioni hanno firmato questo trattato.
Ma
alcuni Paesi non hanno ancora firmato e compiono tuttora esperimenti
nell'atmosfera.
Gianni Galfré 20.12.13